The Wolfil "trip" di un lungo
Direte voi, che si è fumato oggi per pensare di sostituirsi a DiCaprio nella locandina del suo ultimo film??? Eh eh, datemi un poco di fiducia e tempo e vi spiegherò!
L'idea mi è venuta correndo, come spesso mi accade devo ammettere. Il lungo, si sa, produce strani effetti sul runner in quanto lo induce a pensare, sognare, gli permette di deframmentare il cervello, di mettere le cose in ordine, persino di piangere se la situazione lo richiede. Tutto questo mentre corre e mentre porta a termine il suo allenamento come da tabella!
Un lungo è un po' come un viaggio interiore (pensate quindi cosa voglia dire correre una maratona!), un viaggio o meglio un trip, ed ecco che mi riallaccio al film, che è costituito da varie fasi.
Nel bel film di Scorzese (un po' troppo lungo la verità...) viene descritta l'attività e la vita di un Broker di successo degli anni 80/90. Gli ingredienti per sfondare sono essenzialmente pelo sullo stomaco, droghe, sesso (come diretta conseguenza del successo e dei soldi) e appunto, soldi. Tutti questi ingredienti erano assunti a palate, a vagonate. Un circolo vizioso incredibile e ben descritto che se in un primo momento invoglia quasi a farne parte, alla lunga stanca, nausea, riducendo i protagonisti in fantocci e schiavi di quanto hanno abusato.
Direte voi, ok, e questo cosa c'entra col running? Niente devo ammetterlo... O meglio, c'entra alla lontana la parte delle droghe, anche perché sesso e soldi dubito che possano arrivare facendo ripetute o allenandosi alle 21 di sera eh eh! Al massimo accade il contrario... anzi. mi correggo, accade ESATTAMENTE il contrario!
Droghe si, perché il trip ben descritto e magistralmente interpretato da DiCaprio, ha delle vaghe similitudini con quanto avviene durante un lungo... Non scopro l'acqua calda dicendovi che lo sport provoca dipendenza (positiva eh!) e che le endorfine prodotte provocano quel simile stato di piacere che può essere indotto in maniera artificiosa assumendo quanto conoscete certamente meglio del sottoscritto! Drogati! Eh eh.
Certo, c'è da dire che nel film si facevano pesantemente e di tutto, cocaina, crack e strane pillole dagli effetti se non altro esilaranti (almeno nella finzione del film...) ma non divaghiamo e torniamo a noi.
Se siete curiosi di conoscere le sensazioni che si possono provare durante un lungo, mettetevi comodi e leggete.
Ti sei vestito, fuori fa freddo e pioviggina, il tuo primo pensiero è: "perfetto, le strade saranno tutte per me". Indossi i guanti e cappello, sistemi l'orologio al polso e chiudi la porta della tua tana dietro di te.
Sei nel parchetto di fronte casa adesso, fai stretching, controlli il respiro mentre allunghi dolcemente i muscoli. Piacevoli sensazioni si irradiano lungo tutto il corpo che si prepara per la lunga sfida.
Premi start, sei partito, i primi passi sono controllati mentre schivi le pozzanghere ed imbocchi la ciclabile. La musica è quella giusta, detta il ritmo ai pensieri che man mano raggiungono la stessa frequenza del suono, adattandosi e scorrendo più veloci, seguendo percorsi neuronali diversi indotti da un beat al punto giusto, da un cambio di ritmo improvviso.
Questa prima fase la chiamerei della CONSAPEVOLEZZA. Fase in cui il corpo è reattivo e non c'è fatica nel gesto, fase in cui sei lucido, con tutti i tuoi fardelli di pensieri, con tutte le tue croci che ti hanno piegato le gambe durante la settimana. In questa fase i pensieri sono rivolti a te stesso, ai problemi, a chi sei, mentre il respiro si adatta sempre più allo sforzo crescente.
Semafori, marciapiedi, sbuffi di vapore dalla bocca, passanti coi quali incroci lo sguardo... immagini e sensazioni che si sovrappongono ed enfatizzano le emozioni.
Potrebbe capitare che una lacrima ti scenda dal viso in questo momento perché sei nudo con le tue emozioni che riacquistano improvvisamente colore e le ferite riprendono a pulsare di dolore ad ogni passo fatto sull'umido asfalto, passi che ti spingono sempre più avanti e che ti fanno sentire man mano più forte, sempre più forte, ancora più forte!
E' qui che avviene il primo grande cambiamento e si passa alla seconda fase, quella dell'ESALTAZIONE. I problemi, i dolori sembrano cedere di fronte alla potenza fisica dei tuoi muscoli che macinano tutto quello che gli viene incontro. In questa fase capita di raddrizzare il busto, di correre fieri e di scegliere anche i percorsi più duri, quasi a voler dimostrare che non ci si tira indietro di fronte a niente.
E' un momento meraviglioso perché lo senti arrivare sempre più e può essere così impetuoso da costringerti a rallentare perché senza saperlo stai correndo da DIO, stai correndo FORTE, stai lasciando dietro di te tutto lo schifo che non accetti, che non capisci, che non ti appartiene, stai correndo VELOCE per non perdere più tempo ed anzi per recuperarne il più possibile.
E' il motivo stesso del correre che ti riporta alla tua essenza animale, che ti spoglia di tutte le cose inutili dettate da una società claustrofobica e cattiva, corri per correre, corri per giocare, corri perché vorresti scappare via o tornare da qualcosa, corri perché essenzialmente è solo quando lo fai che ti senti completamente vivo e padrone di una vita che troppo spesso è decisa da scelte di altri.
E' una fase che vorresti non finisse mai e questo dipende unicamente dal grado di allenamento di ognuno di noi, perché alla lunga questa fase tende a lasciare il posto alla fatica che ti risveglia dai pindarici voli, riportandoti, è il caso di dirlo, col culo sulla terra.
Questa nuova fase potremmo definirla della REALTA'. Già, perché adesso hai centrifugato il tuo essere, lo hai spogliato di tutte le paure, hai guarito la miopia della tua anima e del tuo cuore e finalmente con consapevolezza vedi le cose per quelle che sono. Le vedi difficili e dure come è dura continuare a correre ancora e ancora, sapendo di stare a poco più di metà percorso. Ma vedi anche speranza e scelta, fari in grado di illuminare la più buia delle notti. Corri ancora quindi, convinto di te stesso mentre osservi il cielo chiedendo una risposta, chiedendo un aiuto, chiedendo un poco di calore.
Intorno a te altra gente, auto, poliziotti e binari dei tram. Tu passi e superi ogni cosa calpestando basolato e sampietrini, accompagnando traiettorie inusuali per schivare gradini o acqua e poi infine capita che finisci in una delle enormi piazze di questa magica Torino, ti levi il cappello quasi per rispetto a quella bandiera che alta incroci con lo sguardo, una bandiera che dovrebbe significare qualcosa, una bandiera che a guardarla ti riempie di orgoglio e tanta rabbia nello stesso tempo, una rabbia che monta ogni giorno di più vedendo il pattume amorale che ti circonda, una rabbia anche contro te stesso che ti senti sotto ricatto.
Man mano che si avvicina l'obiettivo dell'allenamento ecco che tornano in parte le energie, ti senti orgoglioso di te stesso perché non hai ceduto di un millimetro continuando non solo a correre su quell'umido asfalto, ma soprattutto continuando a correre tra i tuoi fantasmi, sfidandoli ancora una volta. Questa fase potremmo definirla del RISCATTO. Riscatto di te stesso perché anche se sei caduto 100 volte questa è la 101 esima volta che ti rialzi e pulito il sudore e fango dalla faccia hai ancora voglia di guardare avanti.
E' una fase dove si fanno i pensieri più strani perché sei spogliato di ogni energia in corpo, una fase in cui c'è il vero e proprio dolore fisico che consiste in piedi doloranti, spesso con vesciche, muscoli stanchi e sete. Mente e corpo hanno subito uno scossone ma sei piacevolmente stordito lungo gli ultimi metri che ti separano dalla tua tana. Ormai pensi solo ad una bella doccia calda mentre le sensazioni si affievoliscono ed una sorta di pace interiore ti accompagna nell'ultimo gesto di questo grande viaggio. Hai appena premuto stop...
ummmm bel racconto
RispondiEliminahai descritto a pennello la nostra patologia
e non ci sono cure!!!!! perchè è autoguarente!!!!